Maggioranza e opposizione si scambiano i ruoli sugli oneri di urbanizzazione agli edifici di culto: FdI vota sì, Imola Coraggiosa si astiene

di Enrico Agnessi

La questione dei fondi comunali alla Chiesa rivoluziona, almeno per un giorno, i confini solitamente immutabili dell’Aula di piazza Matteotti. Il nuovo ‘Regolamento per l’assegnazione di una quota degli oneri di urbanizzazione secondaria alle confessioni religiose per interventi su edifici di culto’, varato dalla Giunta, è stato approvato l’altra sera in Consiglio comunale con il voto favorevole di un gruppo di opposizione (Fratelli d’Italia) e l’astensione, con parere negativo, di una forza di maggioranza (Imola Coraggiosa). Hanno detto sì alla delibera (ribattezzata non a caso “a geometrie variabili” dal presidente dell’Aula, Roberto Visani) anche Pd e Imola Corre. Dai banchi della minoranza, la Lega ha invece votato contro e la lista civica Cappello si è astenuta.

Al centro del regolamento, i criteri per la ripartizione dei contributi pagati dai cittadini al Municipio per nuove costruzioni e ristrutturazioni edilizie. Si tratta di fondi finalizzati alla realizzazione di scuole, impianti sportivi e aree verdi; ma che gli enti locali possono decidere di destinare in parte alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni religiose per il restauro dei loro edifici.

Il provvedimento si è reso necessario dopo che, nel 2020, l’allora commissario Nicola Izzo aveva innalzato al 7% la quota di oneri di urbanizzazione secondaria al culto (azzerata dalla precedente Giunta del M5s in base a quanto consentito da una legge regionale del 2018), demandando proprio alla redazione di uno specifico regolamento la definizione dei criteri di ripartizione del contributo. E così, in base alla delibera, verranno ora privilegiati edifici vincolati o di interesse storico-culturale; interventi di restauro e risanamento conservativo; messa in sicurezza o miglioramento sismico; entità dell’utenza servita dall’edificio. Il Comune ha previsto uno stanziamento annuo di 40mila euro. Sono esclusi dal contributo, che coprirà al massimo la metà di quanto speso per i lavori, interventi inferiori a 20mila euro.

Nicolas Vacchi (FdI), motivando il proprio voto favorevole, ha sottolineato come gli edifici di culto siano “luoghi di cultura e tradizione prima che di fede”, citando in tal senso quella cattedrale di San Cassiano oggetto di ristrutturazione proprio in queste settimane. “Siamo contrari a questo contributo – è invece la linea del comunista Filippo Samachini – . Le religioni si devono autofinanziare”.