NICOLAS VACCHI (FDI) SUL PNRR VIETATO SBAGLIARE: INVESTIRE SU FAMIGLIE E SOCIALE, IMPRESE E LAVORO, TERRITORIO E FRAZIONI

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è l’ultima grande occasione che abbiamo. Il PNRR fa parte del programma dell’Unione europea definito Next Generation EU, consistente nel fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea. All’Italia sono stati assegnati 191,5 miliardi di cui 70 in sovvenzioni a fondo perduto e 121 in prestiti.
Criticamente, corre l’obbligo di ricordare che queste somme non piovono dal cielo, ma sono il frutto prezioso dei contributi di ciascun cittadino eurounionale, quindi anche di ogni italiano, e ogni imolese, contribuente. Parte di esse peraltro vengono conferite a titolo di prestito all’Italia, ed alle sue “cento città, e mille contrade di questo meraviglioso Paese”, fra cui anche Imola e il circondario imolese.
Costruttivamente, nelle sedi istituzionali sarò il primo promotore affinché si sollecitino interventi negli snodi cruciali della vita della nostra comunità: sostegno alle famiglie imolesi, specie quelle fragili, sostegno all’istruzione di bambini e ragazzi con la costruzione di nuove opere pubbliche (la scuola di Sesto Imolese, una fra tutte), favorire le imprese e aiutarle a rilanciare l’economia, il tutto tramite un piano di opere pubbliche, investimenti e rigenerazione dei servizi della pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda le frazioni, i quartieri, i piccoli comuni e la Vallata del Santerno, FdI auspica che i fondi del PNRR riescano a risolvere o perlomeno attenuare diverse criticità. Prima tra tutte è essenziale che l’arrivo della fibra ottica nei piccoli centri sia considerata una priorità, essa è necessaria per una vera innovazione digitale sia per il pubblico che per l’impresa privata.
Puntiamo ad una politica per la promozione del territorio, in particolare il turismo ecologico che corre lungo i percorsi fluviali, la valorizzazione delle risorse naturali, e promozione dei nostri prodotti agroalimentari, vere eccellenze europee.
Per noi l’equilibrio territoriale non è solo quello verso il mezzogiorno, ma anche il proporre politiche volte ad evitare lo spopolamento dei nostri borghi, paeselli, frazioni specialmente i più lontani dal capoluogo attraverso politiche incentivanti, soprattutto a livello fiscale, per i residenti e le imprese dei piccoli centri con particolare attenzione alle giovani famiglie che decidono di scommettere il loro futuro lontani dai grandi centri abitati.