Benedetto XVI: le parrocchie dell’unità di Sesto Imolese e Sasso Morelli a Roma per l’ultimo saluto al più fine pensatore degli ultimi secoli, con la gioia di crederlo in paradiso, come nostro pastore.

Questo 5 Gennaio 2023 non è stato il giorno della tristezza, ma della gioia, anzi della Speranza certa e virtuosa che il nostro amato e santo Papa Emerito Benedetto XVI abbia ora reso l’anima a Dio, unico Giudice dell’amore, un amore che è stato la chiave del suo Pontificato.
Una infinità di preghiere ha accompagnato il rito funebre sul sagrato della Basilica di San Pietro in Vaticano.

La nostra comunità di Sesto Imolese e Sasso Morelli Diocesi di Imola era presente, nelle persone di Don Francesco Gaetta, che ha potuto concelebrare la funzione assieme ad altre migliaia di sacerdoti, Nicolas Vacchi, Meri Melandri, Franco Sandri, Maria Antonietta Pizzinat, Raffaella Garbesi. Una piccola delegazione delle cinque parrocchie di Sesto Imolese, Balia, Sasso Morelli, Giardino e Cantalupo Pieve, partita al pomeriggio del giorno precedente, per dormire poche ore, ed essere così in prima fila alle ore cinque del mattino.

In questa gelida mattina, durante la solenne celebrazione austera e sobria, come la amava Ratzinger, pontefice mite e gentile, è stata menzionata durante l’omelia la “Regola pastorale” di san Gregorio Magno: “in mezzo alle tempeste della mia vita, mi conforta la fiducia che tu mi terrai a galla sulla tavola delle tue preghiere, e che, se il peso delle mie colpe mi abbatte e mi umilia, tu, Dio, mi presterai l’aiuto dei tuoi meriti per sollevarmi”. “È la consapevolezza del Pastore – ha commentato il Papa regnante riferendosi al suo Emerito predecessore – che non può portare lui da solo quello che, in realtà, mai potrebbe sostenere da solo e, perciò, sa abbandonarsi alla preghiera e alla cura del popolo che gli è stato affidato.”
La liturgia si è conclusa con la Commendatio e la Valedictio alla Salma del Pontefice emerito, mentre una folla fra lacrime e abbracci, si consolava ed urlava “santo, santo, subito!”

Se ci rattrista la sua dipartita, ci consola la promessa dell’immortalità futura, per coloro che, fedeli a Cristo, entrano in una vita trasformata.

Questa delegazione parrocchiale, ancora col cuore ricolmo di Grazie spirituali del rito esequiale di Benedetto XVI, ha poi speso alcune ore prima del rientro in un breve pellegrinaggio nella “Roma nascosta”, passando quindi per diverse mete di culto, più di nicchia, rispetto ai grandi monumenti dell’Urbe.
In particolare, abbiamo visitato nel corso del pomeriggio la famosa chiesa di San Luigi dei Francesi; la chiesa di Santa Maria in Via nel rione Trevi ove è la cappella della miracolosa immagine della Madonna del Pozzo; la chiesa di San Pantaleone e Giuseppe Calasanzio, chiesa di Roma, nel rione Parione, che si affaccia sulla piazza omonima, lungo il corso Vittorio Emanuele II, qui è custodita una immagine di san Pantaleone praticamente identica a quella custodita nella Chiesa di Balìa dal XVI secolo, per volere dei conti Pantaleoni; poi ancora la Basilica di San Lorenzo in Damaso, sempre nel rione Parione, che ha la caratteristica di essere incorporata nel palazzo della Cancelleria, ove giace anche il corpo di Pellegrino Rossi capo del governo di Pio IX, Papa e già Vescovo di Imola nell’800; ed infine la basilica del Sacro Cuore di Gesù, una chiesa affidata alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco, a cui le nostre comunità sono particolarmente devote, nel rione Castro Pretorio, in via Marsala, nelle vicinanze della Stazione Termini, da qui poi si è rientrati a casa.

E siamo proprio rientrati a casa, ancora in questo tempo di Natale, tempo liturgico preferito dal compianto e amato Joseph Ratzinger, sentendoci come i pastori della Natività, che se ne “tornarono glorificando e lodando Dio, per tutto ciò che avevano udito e visto.”
Prega per noi, Benedetto, Cooperatore della Verità, e noi pregheremo per te nella speranza di invocarti presto Dottore della Chiesa, per alimentare la sopita Fede del domani.

Nicolas Vacchi