ALBO DOPOSCUOLA, L’APPELLO DI VACCHI (ISV): SIA ACCESSIBILE A TUTTI GLI ENTI GESTORI O E’ CRISI  ASPRA CRITICA DEL CONSIGLIERE VACCHI ALL’UAAR: “SI FACCIANO IL LORO DOPOSCUOLA”

ALBO DOPOSCUOLA, L’APPELLO DI VACCHI (ISV): SIA ACCESSIBILE A TUTTI GLI ENTI GESTORI O E’ CRISI ASPRA CRITICA DEL CONSIGLIERE VACCHI ALL’UAAR: “SI FACCIANO IL LORO DOPOSCUOLA”

Negli scorsi giorni l’assessora Brienza, auto congratulandosi con il suo stesso assessorato, ha lanciato l’albo per il doposcuola ed annesso regolamento che definisce i criteri che l’ente gestore del doposcuola deve avere per far sì che le famiglie che ne usufruiscano possano beneficiare di un abbattimento di costi inerenti alla retta.

Di questo intervento della prof.ssa Brienza noto l’attenzione che rivolge al tema dei doposcuola, servizio di cui molte famiglie imolesi avvertono la necessità impellente.
Mi sembra però che l’assessora presenti come nuovi un insieme di aspetti che invece sono già noti: quando parla dell’importanza del momento ludico, del progetto formativo per i ragazzi, che siano affiancati da persone con titolo di studio adatto.

Insomma niente di nuovo sul fronte del diritto allo studio, tranne albo e regolamento.
Si faccia attenzione: questo Albo potrebbe diventare un boomerang negativo. Difatti, molte realtà cittadine che predispongono il servizio di doposcuola (associazioni, parrocchie, fondazioni di culto, cooperative …) davanti a requisiti troppo “stringenti” potrebbero rischiare di chiudere i battenti, venendo meno a un servizio che rappresenta un plusvalore per la comunità imolese e per le famiglie.

Eccettuati quegli enti gestori di spessore strutturato che avranno certamente i mezzi per fare fronte a requisiti sempre più tassativi, credo che l’assessorato alla scuola dovrebbe tenere in conto anche tutte le altre realtà che con costanza e non senza sacrifici mettono in essere il servizio con personale educativo preparato, personale ausiliario, cucina di tutto rispetto e momenti ludici.

Questo albo (ed annesso regolamento) va bene se favorisce tutti gli enti gestori quelli grandi e con mezzi potenti e quelli piccoli ma comunque “non improvvisati” nella gestione di un così importante servizio educativo alle famiglie.
Rimango sin da ora disponibile, specie per l’esperienza personale che ho potuto vivere e maturare in queste preziose realtà, a gettare le basi per un albo e un regolamento che siano veramente a favore di tutte le categorie. Altrimenti si rischia di mettere in crisi le realtà già esistenti.

Limitatamente alla Critiche mosse da Vuilleumier dell’UAAR, unione atei agnostici razionalisti, rimango basito.
Egli infatti si chiede per quale motivo siano enti ecclesiali, parrocchie e strutture oratoriane le sedi preminenti per questo tipo di servizio: semplice, la sede è la parrocchia quando è la parrocchia l’ente gestore, la sede è il patronato fanciulli quando è questo l’ente gestore e così via.
L’altra domanda che si pone -non so se per scherzo o sul serio- è come si può tutelare la famiglia atea o agnostica dalle associazioni religiose che fanno doposcuola. Vorrei dire al delegato UAAR che anzitutto al doposcuola parrocchiale non si insegna il catechismo, ed in secondo luogo è libero con i mezzi e le strutture dell’UAAR di organizzare un doposcuola presso la sua sede.

Se è preoccupato seriamente del progetto educativo che deve sottendere i doposcuola parrocchiali eviti di fare sterili polemiche, criticando le istituzioni religiose che da sempre sono un valore aggiunto sul territorio.
Grazie per la cortese attenzione.

NICOLAS VACCHI
CONSIGLIERE COMUNALE DELLA CITTÀ DI IMOLA
PRESIDENTE GRUPPO CONSILIARE ISV

nicolas-vacchi-2

Leave a Reply

Your email address will not be published.