MARCO LISEI-NICOLAS VACCHI (FDI) IL CIRCONDARIO IMOLESE PRONTO AD ATTIVARSI PER L’AFGHANISTAN, BENE, MA QUALI CONTROLLI PER EVITARE INFILTRAZIONI TERRORISTICHE?

26/8/2021

Solo tramite la stampa, apprendiamo che la Conferenza dei Sindaci del Nuovo Circondario Imolese, presieduta dal sindaco di Imola ma comprendente ben dieci comuni, ha dichiarato la disponibilità all’accoglienza di rifugiati Afghani nel circondario.

Imola è da sempre territorio che porta avanti radici di libertà e solidarietà, per cui per Fratelli d’Italia è bene non rimanere indifferenti rispetto alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Afghanistan, altrettanto giusto che anche la nostra unione di dieci comuni sia pronta a fare la propria parte.

Anche Fratelli d’Italia, nella persona del capogruppo in regione Marco Lisei e capogruppo in comune a Imola Nicolas Vacchi, esprime vicinanza alla comunità di coloro che soffrono per questa grave situazione. Come gruppo politico accogliamo di buon grado l’appello del circondario Imolese alla comunità internazionale perchè risponda con concretezza alla grave situazione attuale.

Tuttavia non possiamo rimanere indifferenti all’ormai consolidato modus operandi del PD, che ovviamente non condividiamo.
Prima di lanciarsi in affermazioni che non vogliamo rimangano solo sulla carta stampata, si è valutata la quantità di persone che, come circondario, siamo in grado di accogliere dignitosamente? Quali sono i luoghi in cui ci prenderemo cura di questi rifugiati? Quanto si investe per questa giusta ma complessa opera umanitaria? Ma soprattutto, quali sono le modalità che il sindaco e presidente del circondario Panieri vuol mettere in atto per rendere efficaci i controlli al fine di evitare infiltrazioni terroristiche anche sul suolo italiano e sui nostri territori?

Guai a chi azzarda affermare che Fratelli d’Italia non intenda procedere per la tutela dei rifugiati, ma occorre avere tutto pronto.
I sindaci del PD devono imparare che prima di lanciare dei proclami, bisogna fare i conti con le modalità, i tempi, i controlli, definiti nell’ambito delle iniziative di accoglienza.

Ma soprattutto vorremmo evitare di vedere persone che, in nome della accoglienza, vengono poi relegate in zone “ghetto” della città o delle sue più lontane frazioni, con progetti di accoglienza e integrazione che potrebbero apparire abbastanza raffazzonati e mai capaci di integrare realmente le persone nella nostra vita civile.
Per rispondere a tutte queste domande depositeremo in aula i dovuti atti di sindacato ispettivo, per pretendere la giusta chiarezza.

Marco Lisei,
capogruppo FDI regione Emilia Romagna

Nicolas Vacchi,
capogruppo FDI comune di Imola